Sab. Lug 27th, 2024

Nella relazione annuale del 2022 sulle attività di difesa commerciale dell’Unione Europea, adottata nella giornata odierna, risalta come la Commissione europea abbia persistito nella sua attiva e determinata difesa dei produttori dell’UE contro pratiche commerciali sleali, con l’attuazione rigorosa della legislazione e l’assoluta efficacia delle misure

Redazione

La Commissione ha svolto un ruolo attivo nell’assicurare la corretta applicazione delle norme in materia di difesa commerciale da parte dei paesi terzi, ottenendo notevoli successi nel garantire ai produttori dell’Unione Europea un accesso ininterrotto ai mercati di esportazione. Alla fine del 2022, erano in vigore ben 177 misure di difesa commerciale, di cui quasi un quinto mirava a prevenire pratiche di elusione. È interessante notare che la stragrande maggioranza di queste misure era rivolta alle importazioni provenienti dalla Cina, dalla Russia, dall’India, dalla Corea e dagli Stati Uniti.

Queste misure di difesa commerciale hanno svolto un ruolo cruciale nella protezione di circa mezzo milione di posti di lavoro nell’ambito manifatturiero dell’UE, specialmente nei settori dell’acciaio, dell’alluminio, dei prodotti chimici e della ceramica.

Valdis Dombrovskis, il Vicepresidente esecutivo e Commissario per il Commercio, ha sottolineato l’importanza di queste azioni nel contesto del commercio globale sempre più competitivo. Egli ha affermato: “Nell’attuale panorama commerciale mondiale, caratterizzato da sfide crescenti, l’uso massiccio degli strumenti di difesa commerciale da parte della Commissione è fondamentale per proteggere gli interessi della nostra industria e per garantire condizioni di concorrenza equa. Il nostro obiettivo principale è ripristinare condizioni di mercato eque e concorrenziali, specialmente quando le importazioni a prezzi sleali e sostenute da sovvenzioni minacciano la base produttiva dell’UE. Abbiamo adottato una serie di misure senza precedenti per minimizzare l’impatto dei prodotti importati a prezzi ingiusti, compresi articoli essenziali per la transizione verde e digitale dell’UE, come le torri eoliche e le fibre ottiche.”

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