Ven. Lug 26th, 2024

Nel 2022, si sono registrati 322 omicidi, evidenziando un aumento del 6,2% rispetto al 2021. Di questi, 126 vittime sono donne e 196 sono uomini. Emergono aumenti nei casi di omicidi di uomini perpetrati da sconosciuti (0,37 per 100mila maschi, rispetto a 0,27 nel 2021) e di donne uccise da parenti (0,14 per 100mila donne, in confronto a 0,10 nel 2021)

Redazione (fonte ISTAT)

Nel 92,7% dei casi in cui è stato identificato l’autore, le donne sono vittime di uomini, mentre nel 94,4% dei casi in cui la vittima è un uomo, l’omicida è anch’esso un uomo.

Il 77,6% delle vittime di omicidio sono cittadini italiani, mentre il 22,4% sono stranieri.

Nel dettaglio, il 92,7% degli italiani viene ucciso da connazionali (con un 93,9% tra le donne), mentre il 71,6% degli stranieri è vittima di omicidio da parte di individui della stessa nazionalità.

Tra le tragiche statistiche, si contano 61 donne uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile.

Sulla base delle informazioni disponibili, si stima che i femminicidi siano 106, rappresentando una cifra in linea con quanto riscontrato nei tre anni precedenti, su un totale di 126 donne uccise.

In Italia, nonostante un incremento degli omicidi nel 2022 (+6% rispetto all’anno precedente, totalizzando 322 casi), il livello di questo crimine rimane relativamente basso in confronto al resto dell’Unione europea.

Sebbene la pandemia da Covid-19 abbia influenzato i comportamenti sociali, l’impatto sembra in gran parte esaurito, evidenziando una ripresa del fenomeno criminale, in particolare negli omicidi volontari.

Nel 2022, l’Italia, storicamente considerata tra i paesi a minor rischio per gli omicidi, ha presentato una situazione ancora contenuta, soprattutto in confronto ad altri Stati dell’Unione europea.

Nel 2021, l’Italia occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi dell’UE con 0,51 omicidi per 100mila abitanti, rispetto a una media generale di 0,83. Paesi come Lettonia, Lituania e Finlandia registravano tassi più elevati (5,18, 2,50 e 1,70 rispettivamente).

Va notato che la comparazione dei dati richiede cautela, considerando possibili differenze metodologiche nei conteggi e le variazioni naturali nei paesi con dimensioni demografiche ridotte.

Per le vittime donne, l’Italia presentava un tasso di 0,39 omicidi per 100mila donne nel 2021, posizionandosi sopra solo l’Irlanda (0,28) e Malta, che non ha registrato vittime femminili nel 2021. Situazioni simili si riscontrano anche nei Paesi Bassi, Polonia e Spagna, con tassi compresi tra 0,42 e 0,40 omicidi per 100mila donne.

Nel 2022, l’incidenza delle vittime di omicidio volontario è più elevata nel Mezzogiorno (0,75 per 100mila abitanti), mentre si osservano valori inferiori alla media nazionale nelle regioni del Centro-nord, con l’unica eccezione della provincia autonoma di Trento.

Le regioni con i tassi più alti si collocano in Campania e Calabria (0,87), nelle Isole (0,82 in Sardegna e 0,75 in Sicilia) e in Puglia (0,69).

Nonostante le vittime di omicidio siano prevalentemente maschi nel 2022 (60,9%), alcune regioni mostrano un rapporto tra i sessi diverso.

In regioni con dimensioni demografiche ridotte, come le province autonome trentine (l’unico omicidio registrato a Bolzano/Bozen è di una donna, due dei tre omicidi di Trento), e in regioni più popolose come Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio, la percentuale di donne uccise varia tra il 61,1% e il 52,0%. Marche e Liguria registrano cinque donne su otto vittime in totale.

Nel 2022, l’età media delle vittime di omicidio si attesta a 45,1 anni per gli uomini, mentre risulta più elevata per le donne, con una media di 55,1 anni.

Le vittime straniere, costituendo il 22,4% del totale, presentano un’età media inferiore, registrando valori di 36,1 anni per gli uomini e 46,8 anni per le donne, a differenza degli italiani con età medie di 47,7 anni e 57,4 anni per maschi e femmine, rispettivamente.

Analizzando i rapporti con la popolazione residente, suddivisi per sesso e considerando gli eventi del 2022, emergono notevoli differenze nei rischi.

Per gli uomini, il rischio maggiore si concentra nelle età giovanili (18-24 e 25-34) o nelle fasi appena mature (35-44), mentre per le donne il rischio continua a crescere con l’avanzare dell’età, raggiungendo il massimo nelle fasce più anziane.

Quest’ultimo aspetto può essere in parte spiegato dalla presenza di un significativo numero di donne uccise in età avanzata da persone a loro legate, generalmente i partner, con l’intento dichiarato di porre fine a situazioni critiche di vario genere. Importante sottolineare che, al contrario, nessun uomo è stato ucciso dalle proprie compagne per motivi simili.

Il 93,7% degli autori di omicidio nel 2022 è identificato come uomo. In 37 dei 322 omicidi, corrispondenti all’11,5%, l’autore presunto non è ancora stato individuato.

Questi casi, in gran parte riferiti a vittime femminili, sono influenzati dalla probabilità più elevata di scoprire gli autori in contesti familiari e di coppia, limitando il campo delle indagini a una cerchia più circoscritta di sospetti.

Analizzando le caratteristiche degli autori e delle vittime nei restanti 285 casi, emerge che il 93,7% degli omicidi è attribuibile a uomini, mentre il 6,3% è commesso da donne.

Gli uomini prevalentemente uccidono altri uomini (57,3% su 267) e in misura inferiore donne (42,7%). Le 18 donne autrici di omicidio hanno causato nove morti maschili e nove femminili.

Considerando la relazione tra i sessi di autore e vittima, insieme alla distinzione tra vittime italiane e straniere, si nota che gli uomini uccidono principalmente altri uomini in entrambi i contesti.

Tuttavia, gli uomini italiani uccidono più frequentemente le donne (44,3%) rispetto agli uomini stranieri (37,9%).

La stragrande maggioranza degli omicidi (17 su 18) coinvolge vittime italiane, con un bilancio praticamente equo tra vittime maschili e femminili (rispettivamente otto e nove).

Rispecchiando quanto riportato in letteratura, gli omicidi, inclusi quelli di questa analisi, presentano prevalentemente caratteristiche interetniche.

Tra i 285 omicidi di cui è nota l’identità dell’autore, il 70,9% coinvolge italiani e il 16,8% stranieri (non necessariamente della stessa nazionalità).

Si registra anche un 6,7% di omicidi in cui l’autore è italiano e la vittima straniera, e un 5,6% di autore straniero con vittima italiana.

Nel 2022, le “liti, futili motivi, rancori personali” rappresentano la motivazione principale di quasi metà degli omicidi (45,3%), con un impatto significativo su vittime di entrambi i sessi (53,1% per gli uomini e 33,3% per le donne).

Seguono i “motivi economici,” inclusi gli omicidi a scopo di rapina, che costituiscono il 14% del totale, con una prevalenza maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (17,9% contro 7,9%).

L’autore viene attribuito a uno stato di “follia” nell’11,2% degli omicidi, con un peso più rilevante nel caso di vittime donne (18,3% contro 6,6%), così come nel caso di moventi “passionali” (16,7% contro 4,6% per le vittime maschili).

Inoltre, nel 4,3% dei casi, l’omicida afferma di voler interrompere una grave malattia della vittima, prevalentemente donne di età avanzata (11,1% delle vittime femminili).

In circa il 15,8% dei casi (17,9% per gli uomini e 12,7% per le donne), il movente rimane indeterminato.

Nel 2022, le armi da fuoco sono state il mezzo più frequente per commettere omicidi, utilizzate nel 37% dei casi, seguite dalle armi da taglio con il 32,6%.

Il 9,3% degli omicidi è stato perpetrato con l’uso di armi improprie, mentre nel restante 21,1% dei casi l’omicidio è avvenuto con altre modalità.

Tutti e 30 gli omicidi legati alla criminalità organizzata sono stati commessi con armi da fuoco.

Le differenze di genere si riflettono anche nella scelta del mezzo, con le armi da fuoco predominantemente usate contro gli uomini (45,4%) rispetto alle donne (23,8%).

Le donne sono più spesso vittime di omicidi con armi da taglio (45,8% dei 72 omicidi di vittime straniere), mentre le armi da fuoco sono state utilizzate nel 19,4% dei casi.

Le armi improprie sono state impiegate nel 9,7% degli omicidi di vittime straniere, tutti di sesso maschile.

Persiste per le donne un panorama in cui le morti violente si verificano principalmente all’interno della coppia.

Nel 2022, il tasso di donne uccise da un partner o un ex partner, che possa essere coniuge, convivente o fidanzato, si attesta a 0,20 per 100mila donne, leggermente inferiore rispetto al 0,23 del 2021.

Per gli uomini, il medesimo tasso è di 0,03 per 100mila uomini. C’è una leggera crescita nel tasso delle donne uccise da parenti, passando dal 0,10 del 2021 al 0,14 del 2022.

Tutte e 61 le donne uccise nell’ambito della coppia avevano partner maschili, mentre gli otto uomini vittime di partner sono stati uccisi da sei donne e due uomini.

Delle 43 donne uccise da altri familiari, il 81,4% (35 casi) è attribuibile a uomini e otto casi a donne. Per gli uomini uccisi da parenti, il 96,3% (26 su 27) è stato ucciso da uomini.

I più giovani (otto con età 0-13 anni) sono vittime di omicidio in ambito familiare, con tassi praticamente equivalenti per maschi e femmine, rispettivamente 0,11 e 0,12 per 100mila ragazzi e ragazze sotto i 14 anni.

Anche le due ragazze di 14-17 anni uccise sono vittime di omicidio familiare.

I parenti sono autori di omicidi di persone anziane, con differenze significative tra i sessi, sfavorendo le donne (0,14 per 100mila uomini con più di 75 anni, 0,36 per 100mila donne della stessa età).

Le donne in età centrale sono principalmente vittime dei partner (0,33 per 100mila donne tra 35 e 54 anni), con un picco di 0,39 per 100mila donne tra 35-44 anni.

I giovani adulti maschi sono più spesso uccisi da sconosciuti, con tassi più elevati tra gli 18-24enni (0,75 per 100mila uomini di 18-24 anni), 35-44enni (0,66) e 25-34enni (0,60).

Le donne residenti nel Nord-est presentano tassi doppi di omicidi da parte di partner o ex partner (0,32 per 100mila donne del Nord-est) rispetto al Nord-ovest (0,16) e al Centro (0,17).

Livelli inferiori alla media si riscontrano anche nelle Isole (0,18) e al Sud (0,19). Le uccisioni per mano dei parenti sono più elevate tra le donne residenti nelle Isole (0,24 per 100mila donne isolane contro 0,14 della media Italia), analogamente a quanto accade in misura ancora più accentuata per gli uomini (0,22 per 100mila abitanti nelle Isole, contro lo 0,09 del tasso medio nazionale).

Sud e Isole evidenziano i tassi più alti di uomini uccisi da sconosciuti (rispettivamente 0,61 e 0,54 per 100mila uomini della stessa area geografica) e casi in cui l’autore non è stato identificato (rispettivamente 0,35 e 0,19, rispetto al valore medio nazionale di 0,12 per 100mila maschi).

A marzo 2022, la 53a sessione della Commissione Statistica ha ratificato il “Quadro Statistico per la misurazione degli omicidi legati al genere delle donne e delle ragazze (comunemente denominati femminicidi/feminicidi)”.

Tale quadro definisce i femminicidi come gli omicidi di donne perpetrati a causa della loro condizione di genere. L’Italia ha scelto di aderire a questo quadro delle Nazioni Unite, un percorso in corso che richiederà del tempo per ottenere una comparazione internazionale, inclusa quella a livello europeo.

Il primo rapporto delle Nazioni Unite sui femminicidi, in seguito all’approvazione del quadro statistico, presenta una prima comparazione, per alcuni paesi, dei tassi di omicidi di donne da parte di un partner, di un ex partner o di un familiare, espressi per 100mila donne.

La definizione statistica di gender-related killing comprende tre tipi di omicidi legati al genere: quelli compiuti da parte del partner, quelli commessi da altri parenti e quelli perpetrati da altre persone, sia conosciute che sconosciute, ma con un modus operandi o in un contesto legato alla motivazione di genere.

Numerose variabili sono coinvolte nella definizione statistica, comprese informazioni specifiche sulle condizioni della vittima, dell’autore e del contesto della violenza.

Queste condizioni includono se la vittima abbia subito violenze in precedenza dall’autore, se sia stata vittima di sfruttamento illecito, se sia stata rapita o privata illegalmente della sua libertà, se lavorasse nell’industria del sesso e altre.

In Italia, non tutte queste informazioni sono attualmente disponibili, ma già basandosi su dati come la relazione tra vittima e autore, il movente e l’ambito dell’omicidio, è possibile stimare il fenomeno.

Dei 126 omicidi con vittime donne, si stima che 106 siano femminicidi, di cui 61 donne uccise nell’ambito della coppia, 43 da un altro parente, una da un conoscente con movente passionale e una da sconosciuti nell’ambito della criminalità organizzata.

Le restanti 20 vittime donne includono casi di omicidi da parte di conoscenti uomini per motivi diversi e da sconosciuti con vari moventi, comprese tre donne con autore non identificato.

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