Ecco le 20 aziende migliori per cui lavorare in Italia secondo le donne. Le opinioni delle donne sono state raccolte per stilare una classifica delle 20 aziende più apprezzate in Italia
Redazione
Per l’ottavo anno consecutivo, Great Place to Work® ha condotto un’analisi approfondita delle organizzazioni che rappresentano l’eccellenza dei luoghi di lavoro in Italia, pubblicando la Classifica Best Workplaces™ for Women 2024. Questo ranking è basato sull’esperienza diretta delle donne che lavorano in queste aziende.
La classifica Best Workplaces for Women 2024 è stata redatta da Great Place to Work Italia, raccogliendo le opinioni di oltre 75.000 collaboratori e collaboratrici di 211 aziende.
Per la prima volta, nella top 20 sono entrate anche due piccole organizzazioni con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49.
I settori che risultano maggiormente a misura di donna sono le biotecnologie e la farmaceutica, nonché i servizi professionali (20%), seguiti dall’industria manifatturiera e della produzione (15%) e dal settore IT (10%).
“Investire nella parità di genere aiuta le organizzazioni a creare ambienti di lavoro più equi, aumentando il grado di soddisfazione dei collaboratori”, afferma Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia.
La classifica è stata compilata utilizzando due principali strumenti di analisi: il Trust Index® e il Parity Index. Il Trust Index® è una metodologia sviluppata da Great Place to Work che si basa su un questionario che misura la qualità dell’ambiente di lavoro in relazione al grado di fiducia all’interno dell’organizzazione.
Questo indice analizza cinque aree: Credibilità, Rispetto, Equità (che misurano la relazione di fiducia reciproca tra management e collaboratori), Orgoglio (relativo al proprio lavoro e all’organizzazione) e Coesione (relazioni con i colleghi).
Il Parity Index, invece, è stato sviluppato per misurare il benessere e la soddisfazione delle lavoratrici attraverso una serie di domande specifiche.
Queste includono la possibilità di assentarsi dal lavoro per necessità personali, la parità salariale, la trasparenza e la meritocrazia, sia nei rapporti professionali quotidiani che in fase di avanzamento di carriera.