Sab. Lug 27th, 2024

Il tragico incidente causato dallo youtuber romano Matteo Di Pietro che, a bordo di una Lamborghini lanciata a folle velocità su strade cittadine, ha causato la morte del piccolo Manuel di 5 anni poteva essere evitato? Era una ‘challenge’, dice lo youtuber. Forse è arrivato il momento di riscrivere l’algoritmo di pubblicazione dei video su YouTube e renderlo più restrittivo.

Redazione

In questo articolo non vogliamo soffermarci sulla cronaca dei fatti già ampiamente discussi su tutti i giornali o commentare un fatto evidentemente doloso. L’appello che vorremmo lanciare in questa sede è piuttosto rivolto alla piattaforma YouTube poiché, volendo, con politiche di pubblicazione dei video più controllate dall’algoritmo e ancora più restrittive, potrebbe limitare l’utilizzo di shooting potenzialmente pericolosi proprio come le famose ‘challenge’ acchiappa click che hanno causato la morte di un bambino e il ferimento grave della mamma e del fratellino del povero Manuel.

Qualcosa è sfuggito al controllo dell’algoritmo poiché, all’interno della policy di YouTube, sottostante proprio alla tecnologia, c’è un esplicito richiamo al divieto di pubblicare video potenzialmente pericolosi.

Ma vediamo in dettaglio alcune delle principali limitazioni presenti nella policy di YouTube:

  1. Contenuto violento: YouTube vieta la pubblicazione di contenuti che promuovono la violenza, il terrorismo, le lesioni fisiche gravi o il comportamento pericoloso.
  2. Contenuto sessualmente esplicito: I video contenenti contenuto sessualmente esplicito, come la pornografia o la nudità, sono vietati sulla piattaforma.
  3. Incitamento all’odio: YouTube non permette la diffusione di contenuti che incitano all’odio o alla discriminazione basata sulla razza, l’etnia, la religione, l’orientamento sessuale, il genere o altre caratteristiche personali.
  4. Contenuto dannoso o pericoloso: La piattaforma vieta i video che promuovono l’uso di sostanze illegali, le attività illegali o pericolose, come le truffe, il cyberbullismo, l’incitamento all’autolesionismo o al suicidio.
  5. Violazione del copyright: YouTube richiede che i creatori rispettino il diritto d’autore e non pubblichino contenuti protetti senza il permesso dell’autore o senza rispettarne le eventuali restrizioni.
  6. Contenuto inappropriato per i minori: YouTube ha regole specifiche per proteggere i minori dai contenuti inappropriati. Ciò include il divieto di pubblicare contenuti che potrebbero essere considerati inappropriati o pericolosi per i bambini.

Come possiamo leggere, i punti 1, 4 e 6 della policy di YouTube, fanno esplicito riferimento proprio al divieto di pubblicazione di video potenzialmente pericolosi o che potrebbero essere emulati da soggetti influenzabili. Sta di fatto che questi divieti non sono proprio così restrittivi, sembrano la versione diciamo light di una vera e propria restrizione che un algoritmo studiato ad hoc bloccherebbe alla fonte, quindi già prima della pubblicazione passandolo pertanto a revisione.

È importante notare che YouTube può aggiornare e modificare le proprie politiche nel tempo per affrontare nuove sfide e problemi emergenti. Tuttavia, sembra quasi che qualcosa sia sfuggito e che sfugga all’algoritmo di revisione dei video pubblicati sulla piattaforma. E’ necessario un aggiornamento studiato nella direzione di prevedere cosa potrebbe accadere se un ragazzo di 22 anni prende a noleggio un’auto di grossa cilindrata e annuncia che farà, a bordo della stessa, una ‘challenge’ non-stop di 50 ore.

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