Ven. Ott 4th, 2024

Una flotta di droni interconnessi è stato recentemente inviato in zone vulcaniche per sperimentare il loro utilizzo a fini di protezione civile, mirando a migliorare gli interventi durante calamità naturali grazie alla nuova tecnologia PNT (Precision Navigation Technology). Questo ambizioso progetto, noto come Pathfinder, è sostenuto dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea) attraverso il programma NAVISP (Navigation Innovation and Support Programme).

Redazione (Fonte: ESA)

Fino ad ora, sono state condotte due campagne di test. La prima si è svolta attorno al vulcano attivo dell’isola di Stromboli, mentre la seconda è stata effettuata all’interno della riserva naturale Cratere degli Astroni, situata in un cratere vulcanico vicino Napoli. L’obiettivo principale di queste prove è quello di valutare l’efficacia dei droni interconnessi per migliorare l’intervento e la gestione delle situazioni di emergenza legate alle attività vulcaniche e ad altre calamità naturali.

In seguito a eventi catastrofici, il prototipo del sistema di gestione della flotta Pathfinder è stato sviluppato per unire la tecnologia PNT (Positioning, Navigation, and Timing – posizionamento, navigazione e sincronizzazione), basata sulla navigazione satellitare, con tecnologie di comunicazione, al fine di fornire alle squadre di soccorso, al personale e alle risorse una visione più chiara della situazione. L’impiego di droni è essenziale per monitorare rapidamente l’evolversi della situazione e coordinare la raccolta di campioni cruciali, come materiali espulsi dai vulcani.

La presenza dei droni facilita anche attività fondamentali, come l’individuazione di persone in difficoltà e l’accelerazione delle operazioni di soccorso. Per ottimizzare l’efficienza durante le crisi, l’utilizzo coordinato di droni aerei viene combinato con rover terrestri, seguendo una nuova concezione di posizionamento cooperativo, e, quando necessario, con veicoli subacquei.

Con il supporto del programma NAVISP, si è tenuta la prima prova del sistema Pathfinder nel Mar Tirreno italiano, nelle vicinanze dello Stromboli. Questo paesaggio complesso, caratterizzato dalla presenza di vulcani, attività sismica, instabilità dei pendii e potenziale di tsunami, lo ha reso l’ambiente ideale per avviare la campagna dimostrativa iniziale. L’obiettivo principale di questa campagna era quello di verificare e convalidare il funzionamento completo del sistema.

Durante l’operazione, sono stati impiegati diversi droni per monitorare l’area e fornire un’analisi dettagliata degli eventi registrati. La campagna si è concentrata su obiettivi specifici, supportati da soluzioni PNT personalizzate e affidabili. Tra questi, vi era la sfida di creare un’infrastruttura di comunicazione indipendente, da utilizzare nel caso in cui quella esistente si rivelasse poco affidabile. Inoltre, sono stati valutati sistemi di monitoraggio video e videosorveglianza in tempo reale e quasi reale, per migliorare la comprensione dei contesti e delle situazioni presenti.

In conclusione, grazie alle attività svolte durante questa campagna dimostrativa, il sistema Pathfinder ha ottenuto validazioni significative e promettenti, aprendo la strada verso possibili implementazioni future in scenari complessi e sfidanti come quello esaminato.

Durante la scorsa primavera, si è svolta una seconda campagna di test nel Cratere degli Astroni, nelle vicinanze di Napoli, con lo scopo di esaminare altre possibilità d’uso per il sistema, come il monitoraggio della flora e della fauna locale in situazioni di emergenza.

La sperimentazione ha coinvolto un drone principale connesso tramite tethering, che ha supervisionato altri droni impegnati nel tracciare la posizione degli animali all’interno dei 247 ettari del Cratere degli Astroni, una riserva naturale riconosciuta dal WWF, facente parte dell’area vulcanica dei Campi Flegrei, ad ovest di Napoli. Considerando l’elevata probabilità che l’infrastruttura di comunicazione potesse interrompersi in caso di calamità, il drone principale collegato in tethering del sistema Pathfinder ha funto da hub di comunicazione affidabile e indipendente, permettendo una visione più completa della situazione al di là del campo visivo. Grazie a questa configurazione indipendente, il posizionamento e la comunicazione sono stati garantiti in modo continuo ed affidabile, anche in situazioni in cui l’infrastruttura tradizionale fosse compromessa.

Il progetto Pathfinder rappresenta una collaborazione tra diverse entità guidate da Sistematica S.P.A., insieme al Centro per la Protezione Civile dell’Università di Firenze, TOPView s.r.l., FondazioneLINKS Leading Innovation & Knowledge for Society, Politecnico Interdepartmental Centre for Service Robotics (POLITO) e ALPHA Consultants.

Dopo aver dimostrato il valore aggiunto di Pathfinder nel fornire supporto alle squadre di soccorso e alle autorità di protezione civile, il nostro obiettivo, come consorzio, è quello di avanzare verso la fase di commercializzazione. In tal senso, Pathfinder è supportato da NAVISP Element 2, con l’obiettivo di accrescere la competitività degli Stati Membri attraverso lo sviluppo di prodotti commerciali ottimizzati e innovativi.

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