Dom. Mag 5th, 2024

Il report 2023 sulla corruzione nel mondo, pubblicato da Trasparency International, ha messo in luce che i Paesi del Nord Europa sono quelli più puliti. Ma è veramente così o sono a rischio anche loro?

di Giovanni Pugliese

Il recente rilascio dell’Indice di Percezione della Corruzione (IPC) 2023 da parte di Transparency International offre poche sorprese, confermando il predominio delle economie avanzate dell’Europa settentrionale e occidentale, del Nord America e dell’Asia Pacifico. Tuttavia, dietro i punteggi elevati si nasconde una realtà più complessa: la lotta contro la corruzione è tutt’altro che vinta.

Un punteggio elevato sull’IPC suggerisce bassi livelli di corruzione nel settore pubblico, correlati a sistemi giudiziari robusti, uno stato di diritto solido e stabilità politica. Queste caratteristiche rendono questi paesi allettanti per funzionari corrotti che cercano di riciclare e investire guadagni illeciti all’estero.

Tuttavia, la corruzione su vasta scala spesso ha radici in paesi con punteggi inferiori nell’IPC, coinvolgendo frequentemente elementi transnazionali. Aziende di paesi con punteggi elevati sono state implicate in comportamenti corrotti durante operazioni all’estero, mentre professionisti offrono segretezza o facilitano attività illecite per funzionari stranieri.

È cruciale sottolineare che l’IPC, pur rivelando la percezione di corruzione, non cattura appieno questa complessa realtà transnazionale. La lotta contro la corruzione richiede un approccio multilaterale e una vigilanza continua oltre la mera valutazione dei punteggi.

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